L’Evoluzione dei Capelli Biondi…

by  •  • Farmacisti Online

Nel Nord-Europa sembra che le persone coi capelli biondi stiano diminuendo, alcuni temono infatti che si estingueranno, mentre alcune popolazioni del Pacifico come i melanesiani, pur avendo la pelle scura, stanno diventando biondi. Nel mese di luglio è stata rilanciata da più fonti di informazione la notizia secondo cui la WHO / OMS ( World Healt Organitation – Organizzazione Mondiale della Sanità), a seguito di studi di genetica sul colore biondo dei capelli ne avrebbe prevista l’estinzione nel 2202, (quanta precisione!) suscitando serie preoccupazioni negli appassionati di questo colore che preoccupati immaginano un dilagare planetario di teste brune e corvine. Secondo questo studio le nordiche finlandesi sarebbero le ultime a scomparire, poi circolerebbero solo bionde ossigenate e non più naturali. La stessa notizia, basata su una presunta soppressione del gene recessivo del colore biondo, era già stata diffusa tra il 2002 e il 2006 da testate accreditate come BBC, Times Sunday e La Repubblica, ma si è rivelata falsa per un’errata interpretazione di uno studio condotto sulla recessività del carattere secondo il quale il gene recessivo biondo con il passare del tempo dovrebbe essere sopraffatto dai caratteri dominanti scuri.
La notizia si è rivelata una “bufala”, infatti chi mastica un po’ di Genetica sa che un carattere autosomico recessivo può risultare meno frequente, saltare generazioni, ma non scomparire mai del tutto a meno che, come Darwin insegna, non sia per una specie uno svantaggio avere quel gene che in tal caso non viene più espresso. Dunque il genotipo biondo non si estinguerà!


Nel Pacifico, invece, nelle isole Salomone, la popolazione ha la pelle scura, ma, stranamente, circa il 10% di essa presenta capelli biondi. Questa è la più alta percentuale di biondi al di fuori dell’Europa e del Nord America. La popolazione locale, i melanesiani, pensava che dipendesse dalla dieta, dai prodotti ittici che la compongono e dall’esposizione al sole. Altri hanno attribuito maliziosamente agli europei esploratori e commercianti che hanno visitato queste isole nei secoli scorsi la comparsa dei riccioli biondi, generati dai loro geni disseminati nella “socializzazione” durante il loro passaggio.

Il mistero del “biondo melanesiano” è stato risolto da alcuni ricercatori delle università di Bristol e Standford, grazie ad uno studio condotto sul DNA di una quarantina di abitanti con i capelli scuri e di altrettanti con capelli biondi, pubblicato sulla rivista Science nel maggio 2012. Gli studiosi hanno individuato il gene TYRP1, un gene già noto situato nel cromosoma 9 che codifica per un enzima coinvolto nella regolazione della pigmentazione sia nei topi che negli uomini. Gli stessi hanno dimostrato che la causa è una mutazione, che tinge eccezionalmente di biondo i capelli di alcuni indigeni melanesiani, o meglio, che ha creato una variante genetica locale, sconosciuta fino ad oggi. Inoltre si suppone che questa mutazione sia avvenuta almeno 10.000 anni fa. I ricercatori hanno inoltre confrontato il DNA degli indigeni delle isole Salomone con quello di quasi mille persone di diversa nazionalità, scoprendo così che la variante del ‘biondo melanesiano’ è unica in tutto il mondo, è assente perfino nel DNA dei biondi europei.
Ma da cosa dipende il colore dei capelli?
Il responsabile è il gene che codifica il MITF, ( Microphthalmia-associated transcription factor) un fattore di trascrizione che induce la produzione di diverse proteine importanti nei melanociti, le cellule produttrici di melanina. La melanina è il pigmento che colora i capelli e la pelle, deriva dal metabolismo di un aminoacido , la tirosina. Esistono diversi tipi di melanina, ma due condizionano il colore dei capelli: l’eumelanina (bruno-nera) e la pheomelanina (rossastra). La prima si trova nei capelli scuri e neri, fondamentalmente è composta da polimeri del 5,6-diidrossiindolo (DHI) e dell’acido 5,6-diidrossiindolo-2-carbossilico (DHICA), mentre la seconda nei capelli biondo chiaro, biondo e rosso ed è composta da benzotiazina, invece di DHI e DHICA e c’è anche l’aminoacido L-cisteina oltre alla tirosina. Tutta la varietà di colori dei capelli umani è il risultato di un diverso rapporto dei due tipi di melanina. Nei capelli biondi i pigmenti di melanina sono presenti nella sola cuticola, mentre nei colori che vanno dal castano al nero sono presenti anche nello strato midollare. Si definisce rutilismo (o eritrismo) la caratteristica di avere capelli e peli rossi. Esso è dovuto a livelli molto alti di feomelanina e a livelli molto bassi di eumelanina. Anche per il rutilismo è circolata una “bufala “ nel 2007 sul The Courier- Mail citando la rivista National Geographic . Il gene recessivo del rutilismo pare che sia apparso sulla terra tra i 50.000 e i 100.000 anni fa, alcuni invece sostengono che la comparsa sia avvenuta in tempi più recenti, cioè 20,000 anni fa. La frequenza dei fenotipi è regolata dalle leggi di Mendel: Nel DNA gli alleli del nero prevalgono sul rosso, che a sua volta domina sul biondo.


Quali sono le ragioni di questi cambiamenti nel biondismo?


La genetica delle popolazioni potrà forse chiarire questo cambiamento, ma si sa che non è uno studio semplice. Sull’evoluzione della specie umana si è prodotto da secoli un articolato confronto teorico in cui si prova a motivare il cambiamento districandosi tra il concetto di specie, il peso della selezione naturale , il carattere graduale o discontinuo dell’evoluzione, l’influenza dell’adattamento, l’origine, gli incroci e il ruolo del genoma e, quando il cambiamento è solo nel fenotipo e non nel genotipo, si chiama in causa l’epigenetica. La comparsa dei capelli biondi in popolazioni con la pelle scura ci deve fare riflettere su un concetto che potremmo definire desueto e che ha scatenato e determina ancora oggi quei fenomeni sociali e politici legati al razzismo e alla xenofobia. A quanto pare, alcuni caratteri somatici non sono strettamente legati alla razza, anzi , non c’è molta differenza tra le varie razze, a livello di DNA c’è molta somiglianza. E’ come dire : noi uomini sotto il colore siamo identici. La storia degli insediamenti umani nel mondo è fatta di passaggi progressivi, incroci e adattamenti culturali e biologici ai diversi habitat che l’uomo andava colonizzando; a nessun livello si possono individuare e separare raggruppamenti di uomini definendoli razze, non esiste la razza pura perchè i popoli si sono sempre incrociati. Luigi Luca Cavalli Sforza dice: ” I gruppi che formano la popolazione umana non sono nettamente separati, ma costituiscono un continuum. Le differenze nei geni all’interno di gruppi accomunati da alcune caratteristiche fisiche visibili sono pressoché identiche a quelle tra i vari gruppi e inoltre le differenze tra singoli individui sono più importanti di quelle che si vedono fra gruppi razziali.(…) La parola razza stava a significare un sottogruppo di una specie distinguibile da altri sottogruppi della stessa specie. Ma la distinguibilità è inapplicabile nella specie umana perché qualunque sottogruppo, anche un villaggio, è in media distinguibile da un altro, almeno in teoria, senza che ne derivi una gerarchia chiara che permetta di distinguerli. Le migrazioni frequentissime hanno creato una continuità genetica quasi perfetta.

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